Anche quest’anno ho avuto il piacere di partecipare al Chalk Festival in Florida, nella città di Venice che si affaccia sul Golfo del Messico. Si, ho fatto il bagno, diciamo che, tra squaletti e meduse, è stato gradevole.
Il tema di questa edizione, la decima, è stato “Evanescence”, riferito alla dualità tra evanescenza ed eternità dell’arte madonnara, le cui opere iniziano a svanire a lavoro finito e di cui rimangono indelebili le emozioni trasmesse.
Per il mio lavoro ho voluto affrontare l’origine d’ogni cosa, i tre colori primari: il giallo, il blu ed il rosso.
Questi ultimi sono materializzati in tre figure femminili, che vengono assorbite e trascinate nel vortice dell’evanescenza sino a dissolversi nell’occhio del ciclone, in cui si genera il bianco dalla loro unione e la luce, colei che dà vita ad ogni colore. Il lavoro è di forma circolare ed è stato particolarmente sentito dai visitatori, in quanto lo hanno osservato girandoci intorno, entrando loro stessi nel vortice. Per i bambini è stato come giocare, e spero anche un emozione da ricordare.
In questo festival ho avuto l’occasione di rivedere quegli amici provenienti da ogni parte del mondo; coi quali ho potuto confrontarmi artisticamente e scambiare nuovi spunti, oltre che ad aneddoti top secret. Tutti avevamo voglia di rincontrarsi, di ricaricare le batterie di nuovi stimoli e motivazioni. Come ho comunicato? Con gli italiani in italiano, coi sud americani ho messo in mostra il mio discreto spagnolo, con gli americani… grandi abbracci… che valgono più di cento parole pronunciate in cinque secondi che non capivo.
L’ultimo giorno del festival non c’era più nessuno a lavorare sul proprio lavoro; non vedere i miei compagni per terra a lavorare, è stato come se a quei lavori mancasse l’anima. E’ stato bello lavorare spalla a spalla, siamo diventati una grande famiglia, alla prossima.
Ringrazio di cuore l’organizzatrice del Festival Denise Kowal e tutti i volontari, per l’estrema disponibilità e gentilezza, siamo una famiglia.
Ps Ringrazio anche Chiara, la modella che ha sacrificato la sua schiena al mio lavoro, credo che prima o poi mi chiederà i danni, anche morali.
Ciao e alla prossima, Mino.